Nell'attuale fase storica non è possibile fornire una definizione certa di cosa è il BIM. Wikipedia riporta: “Si può definire BIM (sigla internazionale di Building Information Modeling) il processo di sviluppo, crescita e analisi di modelli multi-dimensionali virtuali generati in digitale per mezzo di programmi su computer. Il ruolo del BIM nell'industria delle costruzioni (attraverso i suoi attori siano questi Architetti, Ingegneri, Costruttori, Clienti) è di sostenere la comunicazione, la cooperazione, la simulazione e il miglioramento ottimale di un progetto lungo il ciclo completo di vita dell'opera costruita.” Fonte: Wikipedia 2016.
La modalità di progettazione, costruzione e gestione di qualsiasi opera edilizia ed infrastrutturale sta subendo una profonda rivoluzione, molto più radicale di quando si passò negli anni 90 dal tecnigrafo al cad. Tale rivoluzione si chiama BIM. La decisione di investire nell’adozione del BIM, sin dal 2004, è stata una scommessa, in quanto la tecnologia, pur se potenzialmente straordinaria, è giovanissima e soffre di un inserimento nel quadro normativo tecnico. Nonostante questo, l’implementazione del BIM è stato l'obiettivo cercato con più forza, arrivando ad innalzare vertiginosamente la qualità dei servizi offerti.
La punta di diamante del Building Information Modeling: la gestione unitaria degli aspetti urbanistici, architettonici, strutturali, energetici, impiantistici, nonchè di tutta la preventivazione, realizzazione, gestione e manutezione postuma dell‘opera. Nonostante il capitolo BIM sia una materia complessa e in evoluzione, possiamo vantare forte esperienza, avendo misurato i processi teorici nei casi concreti. Tale esperienza è a disposizione di ogni servizio sviluppato all'interno dello studio ma anche in forma di collaborazione verso colleghi e imprese che vogliano (o debbano) fare il salto nel BIM per procedure di appalto.
Fornire un servizio mediante il Building Information Modeling porta con se vantaggi straordinari per il cliente finale. Il Bim non è infatti un ausilio alla progettazione ad uso e consumo dei tecnici, ma uno strumento di supporto per l'opera lungo tutto il suo ciclo di vita, dall'idea allo sviluppo, dalla realizzazione alla manutenzione. Il beneficiario più grande del sistema Bim è infatti il cliente, sia esso un privato, una pubblica amministrazione, un immobliare o un'impresa.
Per capire bene i vantaggi insiti nel sistema BIM, è necessario un confronto diretto tra la progettazione tradizionale e quella basata sul BIM. Il professionista tradizionale usa normalmente software CAD (in due o tre dimensioni), producendo una serie di disegni destinati alla stampa o allo scambio digitale. Il resto della documentazione progettuale (relazioni, computi, stime, cronoprogrammi, capitolati, contratti) viene invece generata a parte, senza nessun legame diretto o integrazione con il modello dell’opera. Ne conseguono una serie di criticità:
Il sistema BIM rivoluziona l’impostazione tradizionale, annullando le problematiche sopra esposte e definendo nel contempo nuovi standard di qualità. I committenti e le imprese beneficiano dei seguenti valori aggiunti:
La concorrenza nel settore delle costruzioni, esasperata tra l'altro dalla crisi, richiede una pianificazione delle attività di cantiere attenta e scrupolosa, che parte dalla scelta delle soluzioni più efficaci passando per una minuziosa e precisa gestione dei costi. Purtroppo nell'approccio tradizionale intervengono molte variabili che possono rendere inefficace qualsiasi pianificazione. Diverse ricerche internazionali (vedi ad esempio “New Wiring, Noweven Builders go online”, in The Economist, 2000; Paul Teicholz, Center for Integrated Facility Engineering, 2004; Gallaher et al., 2004) hanno stimato che circa il 68% dello spreco di costi nell’edilizia che le imprese (e quindi committenti e stazioni appaltanti) devono ingiustificatamente sostenere, è dovuto ad un progetto carente, insufficente o addiruttura sbagliato. La causa risiede nei sistemi di progettazione tradizionali che, per i problemi già esposti in precedenza, riverberano drammatiche conseguenze, con forte rischio di:
E’ possibile riportare in un grafico (MacLeamy, 2004) l’intensità di sforzo intellettuale che segue la progettazione di un’opera in modo tradizionale. La linea rossa indica l’impegno che viene espresso dal progettista. Come si nota, il maggiore impegno è concentrato nelle fasi di cantiere. Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che nelle fasi progettuali non si sono approfonditi dettagli importanti, che però, ad un certo momento, necessariamente devono essere affrontati. Banalmente potremmo affermare che la fase del cantiere è tradizionalmente quella in cui “i nodi vengono al pettine”. La problematica però non risiede nel “rimandare” le soluzioni, quanto nel fatto che, nella fase realizzativa, eseguire varianti migliorative o correzione di errori è decisamente oneroso (lo sfondo rosa rappresenta il rischio economico per committente e impresa). L’approccio che adotta lo Studio De Simone invece, derivato dall’applicazione del sistema BIM, anticipa e spalma gli sforzi intellettuali alle fasi di progettazione, ossia quelle in cui l’apporto di miglioramenti, varianti e correzioni non comporta costi per committente e impresa.
"La strategia di questo Governo cambierà le dinamiche e i comportamenti della filiera delle costruzioni, e porterà all’introduzione di un modo nuovo di operare, più efficiente e collaborativo. Sarà l’adozione del BIM che permetterà di essere all'avanguardia di una nuova era digitale, portando il Regno Unito a diventare leader mondiale nelle costruzioni”. Così si esprimeva nel 2012 Francis Maude, Ministro del Regno Unito. L’adozione del BIM diventerà nel breve obbligatoria a livello internazionale. L’Italia si trova in ritardo, ma non più della media dei paesi industralizzati. Da una statistica (Q4 2013 European Architectural Barometer), risulta che solo il 10% degli studi tecnici italiani adotta il BIM. L’Europa ha emanato nel 2014 la nuova Direttiva sugli Appalti, EUPPD, che renderà nel futuro obbligatoria la redazione dei progetti pubblici con il BIM. A livello internazionale, l’International Organization for Standardization (ISO), con la Norma 16739:2013 ha introdotto il formato di dati Industry Foundation Classes (IFC) come unico riferimento per tutta l’industria delle costruzioni a livello mondiale. Si tratta di un formato di file basato su oggetti sviluppato da buildingSMART (ex International Alliance for Interoperability) per consentire l'interoperabilità in architettura, ingegneria e impiantistica, sia a livello progettuale che di costruzione dell’opera. Il software Autodesk Revit, con il quale il nostro studio opera quotidianamente e con il quale segue tutte le commesse, è uno dei pochi ad aver già ottenuto la relativa certificazione internazionale.
Una delle applicazioni del BIM meno esplorate nel mondo ma dalle potenzialità inimmagibali è l'applicazione agli edifici storici, in particolare negli interventi di recupero con obiettivi multipli. Sono già frequentissime, e destinate a crescere in futuro, esigenze progettuali che contemplino il rinforzo strutturale, il miglioramento sismico, l'efficentamento energetico e impiantistico, la riqualificazione architettonica. Il tutto coniugando esigenze di tutela storico artistica. L'Italia è forse la nazione al mondo con maggiori casistiche di questo tipo, in quanto il valore del patrimonio edilizio storico è pari solo alla sua fragilità intrinseca, soprattutto in ragione del rischio sismico ed idrogeologico. L'approccio progettuale a tali casistiche impone particolari accortezze che vanno da una sensibilità propria del progettista a studi molto approfonditi soprattutto in fase di rilievo. Il BIM, che per sua stessa natura contempla la gestione di modelli informativi dell'edificio, viene in estremo aiuto. Tuttavia l'applicazione pratica sull'edilizia storia è ancora un campo sperimentale, soprattutto perchè la ricerca internazionale è vocata alle nuove costruzioni. In questo senso, gli studi di progettazione italiani possono svolgere un importante ruolo esplorativo nelle potenzialità del BIM sul patrimonio edilizio storico, avendo la possibilità di una applicazione diretta su casistiche reali. Lo Studio De Simone è in prima linea da oltre un decennio nello sviluppo di tecniche innovative di rilievo, modellazione e gestione del modello informativo del costruito in ambito HBIM (heritage building information modeling), con particolare riferimento agli elementi costitutivi tipici dell'edilizia storica italiana. Si sono quindi studiate apposite librerie parametriche ed adattive nel formato rfa di Revit, in continuo aggiornamento: volte (declinate in varie geometrie come botte, padiglione, crociera), contrafforti, lesene, bugne, palombelle, schifi, imbotti, cornici ecc. La peculiarità di un tale approccio è legata a casistiche reali e non ipotetiche, in particolare agli aggregati edilizi tipici dei borghi storici italiani da sottoporre a restauro con miglioramento sismico. per